Epoche di riflessioni, epoche di bilanci, epoche di propositi.
Ci passiamo tutti, inutile nasconderselo; anche i più impulsivi lo fanno (dei più riflessivi non parliamone nemmeno).
Io rifletto spesso, troppo e volentieri: ogni cosa intorno a me da i suoi spunti di riflessione.
Oggi è la volta di alcune foto, viste su un social network, di alcune persone conosciute in passato, con cui ho condiviso tempo, attività, relazioni.
Guardandole, non avverto più il rancore, il rimpianto, il rimorso, la frustrazione di un tempo.
Guardandole, mi viene spontaneo pensare che, benché sia facilissimo fingere di fronte ad un obiettivo e mostrare una realtà migliore di quella concreta, sono contenta per loro: ognuno ottiene risultati proporzionalmente all’impegno e queste persone non hanno mai dato motivo di dubitare del loro impegno (contrariamente ad altro).
Guardandole, sto per la prima volta meglio con me stessa: forse non era destino, probabilmente è inutile forzarsi in qualcosa che l’inconscio non accetta, magari è vero che le relazioni sono fatte anche di chimica e non solo di volontà.
A volte, non sapere, non capire tutto, lasciare che il cervello si faccia un po’ ingannare dalle apparenze può essere davvero utile per liberare le energie e uscire dall’impasse.
Solo un mese fa lo sconforto si affacciava ancora sulla soglia della mia psiche; cos’è cambiato ora? Il pandoro ha un effetto terapeutico? Tutta la rabbia (apparentemente) ingiustificata degli scorsi mesi era un esercizio di risveglio? L’alba del terzo decennio smuove qualcosa?
Qualsiasi cosa sia, spero che duri, perché ho un sacco di arretrati da smaltire: è tempo di voltare pagina.
Unendo l’espressione scritta a quella figurata, ho pensato di scattare una foto, meditata e realizzata in 5 minuti
Cosa significa?
Voltare le pagine è un compito assolutamente personale, nessun altro può farlo per te.
Il rispetto per se stessi impone di voltare le pagine, magari non troppo lentamente, senza farsi frenare dalla paura (che pure esiste, e saremmo sciocchi a negarlo), e vedere come prosegue la storia.
Per la foto, ho scelto di aprire su un brano dell’ “Elogio della follia” di Erasmo da Rotterdam, comprato in una stazione ferroviaria prima di tornare a casa.
La frase che mi ha incuriosito e spinto all’acquisto, è stata citata in uno spot pubblicitario di qualche anno fa:
Se i mortali stessero sempre alla larga da ogni rapporto con la saggezza […] la vecchiaia non ci sarebbe neppure, ed essi godrebbero felici una giovinezza senza fine.
Vorrei che fosse la mia ispirazione, perché contiene temi che mi martellano in testa: follia, saggezza, giovinezza, vecchiaia.
Mi sembra un buon tema per riprovarci col blog, per ricominciare e cominciare il 2016.
Buon anno a tutti.